La Pipa Chioggiotta
15.00 €
La Pipa Chioggiotta fatta artigianalmente a mano in terracotta viso pescatore 5 x 4 cm misura faccia della pipa completa di due bastoncini in legno acero bucati si può fumare e scatola regalo.
Descrizione
La Pipa Chioggiotta in terracotta 5 cm x 4 cm completa di bastoncino in legno bucato si può fumare.
Non si può non associare la pipa al suo fumatore per eccellenza: il pescatore chioggiotto. Nelle lunghe permanenze in mare, a bordo di una tartana, di un bragozzo o di una bragagna, nelle piccole pause permesse dal duro lavoro, il pescatore, lontano dagli affetti, cercava in quella pipa
un frivolo piacere, un richiamo alla famiglia, un momento di riflessione.
Molti poeti dialettali, anche di un certo spessore, si sono cimentati nel descrivere le sensazioni prodotte da quel lento fumare appartenente a un tempo dove la frenesia non esisteva.Il materiale da cui veniva fabbricata la pipa era l’argilla prelevata dal greto del Po. Trasportata attraverso i burchi fino a destinazione, il piparo procedeva a una prima mondatura, scremandola dalle impurità più grossolane, per poi compattarla e farla seccare in una stanza buia,
possibilmente priva di umidità. Una volta pronta, la creta ottenuta, veniva modellata dall’artigiano dentro una formella di legno, all’interno della quale era inserito lo stampo in piombo; l’operazione di essicazione avveniva all’aperto, al cui termine la pipa “cruda” era pronta per essere sgrossata dalle imperfezioni; l’ultima fase era rappresentata ovviamente dalla cottura in forno.
Due fonti manoscritte, conservate presso la Biblioteca Civica “Cristoforo Sabbadino”, narrano di quanto fosse diffusa, già a partire dai primi decenni dell’Ottocento, la fabbricazione di questo originale manufatto; in città erano presenti numerose botteghe, alcune con annesse fornaci, e la produzione sul finire del secolo superava le undicimila unità giornaliere!
Le indagini stratigrafiche condotte durante gli scavi, hanno permesso di far risalire la produzione delle prime pipe agli inizi del Seicento, protraendosi fino al termine del secondo conflitto mondiale
La prima testimonianza certa dell’esistenza delle pipe in terracotta a Chioggia è datata da un reperto che porta l’iscrizione di una data 1655. Ma senz’altro qualche decennio prima a Chioggia l’attività era già viva. Costruita con l’argilla del fiume Po, la pipa fino alla metà del 600 era un oggetto molto semplice, in terra rossa. Il secondo periodo fino alla metà del 700 vede maggior raffinatezza nella forma con fregi di varia natura e l’introduzione della smaltatura. Il terzo periodo inizia con la metà dell’800. le pipe non vengono più smaltate e la terra, trattata con l’acqua salata assume, una volta cotta, il caratteristico giallo avorio.
La lavorazione è accuratissima. Le pipe diventano piccole sculture. La colorazione é forse un vezzo nel periodo della decadenza ma anche, come pensano gli esperti, un accorgimento per evitare di scottarsi tenendo in mano la pipa. Le ricerche testimoniano di grande quantità di scarti di fornace (segno di una produzione locale) trovate per imbonimento degli argini o delle strade. Molte pipe usate sono state trovate anche sul fondo della laguna da pescatori. Esisteva anche la possibilità (ed esiste tutto ora) di rigenerare la pipa di terracotta, impregnata di tabacco.
Alcuni muratori trovarono delle pipe sui tetti. Si trattava di pipe già usate, lasciate ai lati degli abbaini, sul coppo di conversa, perché sole e pioggia sciogliessero gli umori del tabacco, consentendo così di riutilizzare la pipa. Indispensabile per la pipa chioggiotta la “canna”, il bocchino di legno. Per gli intenditori non può essere che in legno di marasca (ciliegio). I vecchi fumatori facevano di più: mescolavano al tabacco alcune foglie di marasca tritate. Una raffinatezza. Unica delle pipe in terracotta, quella chioggiotta, ha quasi sempre tre fori sul fondo della caldaia. Gli esperti sostengono che potrebbe trattarsi di un espediente tecnico per evitare che il tabacco otturasse un unico foro.
Nel 1765 a Londra, inviati della Serenissima scoprirono della creta che credevano eccezionale. Inviato con tutta cura a Venezia un esemplare e fatto analizzare risultò inferiore alla qualità della creta del Po. I Chioggiotti risposero con orgoglio che avrebbero continuato così come sempre era stato fatto. Alla fine dell’800 costava, a seconda della bellezza, uno o due centesimi. Si vendeva separata dalla “canna”, il bocchino, che costava un centesimo. Un documento del 1891 parla di una produzione di 11.300 pipe al giorno, costruite dalle sei fabbriche esistenti. Lo stesso documento fa anche il calcolo della produzione annua. 4.680.000 pipe. Un dato eccessivo, improbabile, dicono gli studiosi, anche se Chioggia esportava un po’ dappertutto le sue pipe.
Particolarmente importante è che la pipa chioggiotta con il suo potere assorbente dà un fumo depurato da catrame e nicotina. Fumare una pipa in terracotta è fumare soltanto tabacco. E’ assodato che nella pipa chioggiotta va fumato un tipo di tabacco che più piace e non soltanto tabacco robusto, probabilmente, i nostri vecchi, se avessero avuto la possibilità non avrebbero sicuramente disdegnato un tacco inglese … La pipa buona, alla prima fumata, non necessita di alcun rodaggio e forma poca crosta, perché essa stessa ha la funzione di una vera e propria crosta dato che il materiale è cotto a temperatura talmente alta da non contenere alcuna traccia di materia organica e combustibile che possa alterare il sapore del fumo, come succede per la pipa di legno.
La pipa chioggiotta oggi: Gli australiani hanno chiesto di vederla e provare a fumarla. Negli U.S.A. per i raffinati è un segno di distinzione. In Europa, svizzeri, tedeschi, ed inglesi e recentemente anche gli spagnoli hanno cominciato a mostrare interesse crescente. La pipa chioggiotta sta ritornando, lentamente, in possesso della fama che ebbe per tre secoli, ai tempi della Serenissima Repubblica Veneziana.
Oggi la pipa chioggiotta si trova anche nel negozio di Venturini Daniele che la vende con scatola e garanzia.
Sono disponibili due tipi, una raffigurante il pescatore chioggiotto e l’altra l’iniziale del nome della familglia.
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